Renato Tamagnini, mancato a 98 anni, è stato un grande dirigente sia nella attività bancaria sia in quella sportiva. Qui ci occupiamo della sfera sportiva. Andando a ritroso nel tempo leggiamo il verbale della seduta del 27-12-1954 (70 anni fa!) del consiglio dell’Associazione Pallacanestro Udinese. Tamagnini allora ventottenne è presente in qualità di consigliere, accanto al presidente Dino Bruseschi, ai vice presidenti Manlio Benedetti e Renato Migliòrini, agli altri consiglieri Antonio Bartole ed Enzo Cossio e al segretarrio Aldo Pizzolo. Nella sua relazione sull’attività della squadra femminile, allora militante in serie A, il vice presidente Benedetti, rammaricandosi di dover rinunciare per l’annata agonistica alla giocatrice Marisa Rova, porge al consigliere Tamagnini e alla giocatrice Rova, sua sposa, i migliori auguri per il prossimo erede, che sarà poi una femmina, la prima di quattro figlie della coppia.
Sin da giovane Tamagnini ricopriva dunque incarichi dirigenziali di un certo spessore; nel verbale del 7 ottobre 1954 si può leggere che <vengono attribuite le cariche sociali al modo seguente: Renato Tamagnini attività squadre femminili>; nel verbale del 6 ottobre il consiglio decide di <nominare direttore tecnico per la prima squadra femminile il rag. Renato Tamagnini con ampi poteri fra i quali il compito di assistere e consigliare l’allenatore Juniori e di agire in ogni momento secondo il proprio esclusivo punto di vista nella formazione e direzione delle squadre in campo>. A tale scopo si richiede al Comitato allenatori Federazione di Roma il rilascio della tessera di aspirante allenatore per Tamagnini.
Saranno anni di grande crescita della squadra femminile che, opportunamente rinforzata, scalerà rapidamente le posizioni di vertice e, dopo aver ottenuto due secondi posti, conquisterà nel 1958-’59 il primo di tre scudetti consecutivi. In questo periodo Tamagnini è ancora in società con l’incarico di segretario amministrativo e cassiere. Cesserà dall’incarico, all’inizio dell’annata 1959-’60, trasferendosi a Codroipo per assumervi la direzione della Banca Popolare di Codroipo. Non abbandonerà peraltro il mondo sportivo; anzi dal 1960 assumerà l’incarico di presidente del Codroipo Basket Club.
Sotto la sua presidenza Codroipo diventerà una piazza cestistica di grande rilievo nella nostra Regione, tanto nel settore maschile quanto in quello femminile. Per quanto riguarda i maschi il vivaio sfornerà in quel periodo molti atleti di alto livello, citiamo fra i più noti Giorgio Morettuzzo (che militerà nella Patriarca Udine, nella Duco Mestre e a Forlì), Francesco “Chicco” Vignando (Patriarca Udine e Nazionale militare), Sergio Moro (Romolo Marchi Pordenone e Oransoda Cantù), Sandro Maggiotto (Mobilquattro Milano). Le formazioni giovanili otterranno risultati lusinghieri impegnando a fondo e in alcune occasioni anche sconfiggendo le maggiori formazioni regionali dei pari età dell’Apu Snaidero, della Goriziana e della Pallacanestro Pordenone. La prima squadra riuscirà a ottenere dimora quasi stabile in serie C.
Per quanto riguarda la femminile i risultati saranno ancora migliori. Qui Renato e Marisa hanno un motivo in più per impegnarsi a fondo: due delle figlie, Isabella ed Elena, saranno infatti in grado di essere protagoniste in A1 e A2. Con la sponsorizzazione Ledisan e sotto la guida tecnica del mitico “maestro” Fabris la prima squadra raggiunse la promozione in A2 vincendo a mani basse il campionato di B nella stagione 1979-’80. Nella successiva annata, con Giorgio Bulzicco alla guida tecnica e sponsor Ledisan, la squadra femminile avrebbe sfiorato addirittura la promozione in A1, mettendo in evidenza accanto alle sorelle Elena e Isa anche Daniela Fabris, Valerio, De Paulis, Comelli e Lovisoni. La soddisfazione maggiore sarebbe venuta da un’altra giocatrice del vivaio Stefania Zanussi che avrebbe giocato negli anni successivi a Faenza e Schio e poi in nazionale, partecipando addirittura alla Olimpiade di Atlanta del 1996.
Alla base di questi successi c’era una straordinaria attenzione al minibasket, uno dei fiori all’occhiello della gestione Tamagnini, tanto nel settore maschile quanto in quella femminile. Anzi, bisogna sottolineare che Tamagnini avrebbe operato, ben oltre il perimetro di Codroipo, sponsorizzando con le insegne della Banca Popolare di Codroipo tutto il minibasket provinciale, costituendo con il presidente provinciale della Fip di Udine, Ennio Bon, una coppia legata da inossidabile e ferrea amicizia. Tamagnini sarebbe rimasto presidente a Codroipo per circa un quarantennio, fino al 1999, cedendo poi la presidenza a Gigi Sant, uno dei rappresentanti della mitica generazione dei cestisti codroipesi nati negli anni Cinquanta.
Mi sembra doveroso aggiungere a questa carrellata di ricordi che negli anni dal 1992 al 1994 Tamagnini sostenne con il marchio della BPC anche il progetto di Enzo Cainero, che aveva appena terminato il suo periodo alla guida della Pallacanestro Udinese in serie A2, di partecipare con una squadra friulana ai campionati italiani Over 35, che a quel tempo segnarono ufficialmente l’inizio dell’attività senior della Fip. Vissi personalmente come coach quella bellissima avventura che ci consentì di cogliere lo scudetto per tre anni consecutivi con una formazione che annoverò negli anni Bettarini, Biasizzo, Flebus, Nakic, Delle Vedove, Zaggia, Paschini, Minozzi, Fidel, Zanon, Michelutti, Virili, Morettuzzo e Coccolo.
In quegli anni oltre al basket e alla banca Renato fu anche presidente del Panathlon Club di Udine, del quale era rimasto poi socio anche al termine della sua presidenza e poi presidente onorario, anche se ormai da parecchi anni non frequentava più le riunioni. Al termine di una vita esemplare, certo ricca di impegni e soddisfazioni, Renato lascia un ricordo indelebile per la sua qualità di leader energico, ma nello stesso tempo affettuoso e coinvolgente. Certo una delle grandi personalità del basket friulano della seconda metà dello scorso secolo, indubbiamente un’epoca d’oro per il basket friulano e regionale.
Complimenti Valerio per il ricordo di Tamagnini, bravo a recuperare questi meravigliose testimonianze, io lo ricordo come mio presidente di Panathon Udine.